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Trommel Filter, un upgrade ingegnoso contro l’intasamento calcareo

Nonostante la sua evoluzione tecnologica il filtro a tamburo, conosciuto anche come trommel filter, non è completamente autosufficiente. In particolare, nelle zone dove l’acqua è particolarmente dura, può verificarsi un problema comune: l’intasamento calcareo.

La tecnologia 

Il Trommel Filter rappresenta una delle soluzioni più avanzate e performanti per chi si dedica alla cura delle koi e il suo sistema di filtraggio meccanico è particolarmente apprezzato per la sua efficacia nel trattenere detriti e impurità, offrendo al contempo un’eccellente autonomia operativa.
Per chi desidera un sistema che richieda poca manutenzione e che si autopulisca senza la necessità di monitoraggi frequenti o pulizie giornaliere, il filtro a tamburo è una scelta ideale.

intasamento calcareo

Il filtro a tamburo si distingue per la sua capacità di rimuovere efficacemente lo sporco e le particelle in sospensione dall’acqua del laghetto, mantenendo un ambiente pulito e sicuro per le koi. Uno dei suoi principali punti di forza è la funzione di autopulizia: il sistema è progettato per attivare automaticamente un ciclo di pulizia ogni volta che la rete filtrante si intasa, assicurando così il mantenimento di una performance ottimale senza l’intervento manuale. Questo lo rende particolarmente utile per chi preferisce un sistema che richiede meno attenzioni quotidiane.

Tuttavia, nonostante la sua evoluzione tecnologica, il filtro a tamburo non è completamente autosufficiente. In particolare, nelle zone dove l’acqua è particolarmente dura, può verificarsi un problema comune: l’intasamento calcareo.

Il problema dell’intasamento calcareo nel trommel filter

Nelle regioni con acque dure, caratterizzate da un alto contenuto di calcio e magnesio, questi minerali tendono ad aderire alla rete filtrante del tamburo. Col tempo, si forma uno strato di calcare che il getto di pulizia automatica non riesce a rimuovere completamente. Questo deposito richiede interventi manuali periodici, solitamente utilizzando acidi per sciogliere il calcare accumulato.

Sebbene questo sia un inconveniente naturale del sistema, esistono soluzioni per ridurre la frequenza di tali interventi e prolungare il periodo di funzionamento autonomo del filtro a tamburo. Una di queste è il trattamento fisico di magnetizzazione,

Prevenzione dell’intasamento calcareo con i magneti

Una delle soluzioni tecniche più semplici ed efficaci per prevenire l’accumulo di calcare all’interno del filtro a tamburo è l’uso di magneti. Questa tecnologia, molto diffusa tra i koi keeper americani, prevede l’installazione di potenti magneti nel sistema di ricircolo dell’acqua. In particolare, i magneti al neodimio cobalto sono molto efficaci in questo contesto e possono essere facilmente reperiti a prezzi accessibili su vari siti online.

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esempio di installazione con magneti da 35 kg di potenza su un sistema con flusso d’acqua di 70 m3/h

Il principio alla base di questa soluzione è legato all’effetto del campo magnetico sull’acqua. Quando l’acqua del laghetto passa attraverso un potente campo magnetico, i minerali disciolti, come il calcio, vengono saturati elettricamente. Questo processo impedisce al carbonato di calcio di cristallizzarsi nella forma del calcare. Invece, il calcio si aggrega sotto forma di aragonite, una sostanza simile a polvere di talco, che è facilmente trasportata via dalla corrente d’acqua e non si deposita sulla superficie del filtro.

Questo trattamento fisico dell’acqua non ne modifica la composizione chimica o la durezza, ma ne altera il comportamento. In altre parole, l’acqua non cambia la sua natura, ma si “comporta” diversamente nel suo flusso attraverso il sistema di filtraggio. Di conseguenza, l’accumulo di calcare viene drasticamente ridotto, ritardando notevolmente il bisogno di interventi manuali per la pulizia del filtro.

Installazione dei magneti

L’installazione dei magneti nel sistema di ricircolo è piuttosto semplice. I magneti devono essere fissati sui lati opposti del condotto di aspirazione in PVC del filtro a tamburo, utilizzando fascette e nastro adesivo per mantenerli saldamente in posizione. Anche se l’effetto del magnetismo potrebbe non essere immediatamente visibile, molti koi keeper riportano che, dopo l’installazione, il periodo di tempo tra una pulizia manuale e l’altra si allunga sensibilmente. Alcuni affermano addirittura di non aver più dovuto intervenire per pulire il calcare dopo aver applicato questa soluzione.

Conclusioni

Il filtro a tamburo è una delle tecnologie più avanzate e pratiche per garantire un’efficace filtrazione dell’acqua nei laghetti di koi. Tuttavia, in presenza di acque dure, l’accumulo di calcare può ridurne l’efficienza nel tempo. Fortunatamente, l’uso di magneti rappresenta una soluzione semplice ed economica per prevenire questo problema, prolungando l’autonomia del sistema di filtraggio e riducendo la necessità di interventi manuali. Installare magneti al neodimio nel sistema di ricircolo permette di migliorare significativamente le prestazioni del filtro, mantenendo l’acqua pulita e priva di depositi calcarei.

In conclusione, per i koi keeper che desiderano un sistema di filtraggio meccanico altamente efficiente e a bassa manutenzione, il filtro a tamburo, combinato con l’uso di magneti per prevenire l’intasamento calcareo, rappresenta una scelta eccellente.

Che dire….. provare per credere.

2 comments:

Si , ricordo di un articolo di qualche anno fa , per la precisione più’ dei magneti al neodimio , che la famosa casa costruttrice JBL usava per i sui diffusori acustici .Bene , basta provare per chi usa il filtraggio ” trommel ” se oltre al calcio mi eliminasse anche la mia amata ammoniaca … 😥

Bravo Fabio . sempre forte

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