Flagyl® (Metronidazolo)

Il Metronidazolo viene commercializzato col nome di Flagyl® ed è un antibiotico della classe dei nitroimidazoli, particolarmente efficace su batteri anaerobi e sui protozoi.

DESCRIZIONE DEL METRONIDAZOLO

La sua ossidazione in ambiente ricco di ossigeno rende la molecola inattiva per la sua principale funzione di inibire gli enzimi di riparazione del DNA. Risulta quindi inattivo su batteri aerobi, microaerofili e anaerobi facoltativi (quelli dei filtri nitrificanti e del Filtro Anossico).

Metronidazolo è ill nome scientifico di 1-(2-idrossietil)-2-nitromidazolo avente formula chimica C6H9N3O3

metronidazolo

La classe antibiotica dei Nitroimidazoli, di cui fa parte il Metronidazolo, inibiscono i batteri anaerobi e i protozoi.

Il gruppo nitro della frazione nitrosohydroxyl amino è ridotto da una proteina di trasporto degli elettroni nei batteri anaerobici. Il farmaco provoca interruzione della riparazione del DNA per inibizione degli enzimi deputati a tale funzione. Le cellule dei pesci trattati non subiscono danni in quanto mancanti dell’enzima per ridurre il nitro gruppo di questo farmaco.

Viene usato come bagno separato per trattare alcuni flagellati esterni, e per flagellati interni mescolato al mangime. E utile nei casi di gonfiore addominale (specialmente nei pesci rossi). Usato in associazione con Blu di metilene a basso dosaggio è efficace nel trattamento dei parassiti crostacei (Copepodi) in pesci sensibili al Trichlorfon.

Il Metronidazolo ha dimostrato proprietà cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali. Risulta irritante per le mucose degli occhi.

Il farmaco è inattivato dai raggi UVC. Ha emivita di eliminazione di 8 ore nel pesce sano.

MODALITA’ D’USO

Questa è l’opzione per il pesce che non mangia.

In primo luogo va ricordato che si suppone che il Metronidazolo penetri all’interno dei pesci, come la maggior parte degli antibiotici, attraverso le branchie e da qui direttamente nel circolo sanguigno. Molti dosaggi oggi largamente usati sono stati calcolati proprio in questo modo. Tuttavia, è nostra opinione che la dose che arriva nel sangue sia nettamente inferiore a questa.

Le prove a sostegno di questa tesi derivano dal fatto che la letteratura medica stabilisce che il Metronidazolo in soluzioni EV (endovena) ha 6-8 ore di emivita (tempo di dimezzamento della concentrazione del farmaco), ed a temperature inferiori a 28 ºC può precipitare. Inoltre è sensibile alla luce solare mentre è in soluzione e si degrada quando ve ne è esposto.

Dato che nessuno di noi inietta il farmaco direttamente nei vasi sanguigni del pesce, il farmaco è esposto alla luce del sole o ambientale per diverso tempo durante la cura. Per cui non vi è modo di calcolare in modo appropriato il corretto dosaggio del farmaco se i parametri di valutazione sono questi.

Vi sono troppe variabili individuali di cui bisogna tenere conto. Nella migliore delle ipotesi possiamo dare un valore di dosaggio di massima che poi deve essere rivalutato alla luce di altri parametri ed esigenze individuali.

Quindi i seguenti dosaggi da noi proposti vengano considerati con adeguati margini di correttezza.

Questo è il caso in cui l’infezione da protozoi è stata dimostrata da un cambiamento nel comportamento, da presenza feci biancastre in 1-2 occasioni (si ritiene che dal momento iniziale della comparsa di questo tipo di feci l’agente infettante abbia già raggiunto livelli considerevoli di riproduzione), ed eventualmente dall’evidenza microscopica del parassita.

1) isolare il pesce in una vasca di quarantena con acqua del laghetto;

2) innalzare gradualmente la temperatura a 25-28 °C (al massimo 5 °C al giorno);

3) sostituire il 40% dell’acqua con acqua di rubinetto;

4) 250 mg di Metronidazolo (le pastiglie vanno pestate aggiungendo alcune gocce di acqua fino a ricavarne una pasta omogenea poi aggiungere altra acqua tiepida, mescolare bene e versare uniformemente nella vasca la soluzione così ottenuta) ogni 40 litri di acqua;

5) dopo 8 ore sostituire il 25% di acqua con acqua nuova da rubinetto, alla stessa temperatura, ed dosare ancora 250 mg di Metronidazolo ogni 40 litri di acqua aggiunta.

6) ripetere il ciclo dal punto 3 al punto 5 per 3 giorni.

Questa è l’opzione per il pesce riesce ancora ad alimentarsi.

Utilizzando una ciotola di medie dimensioni, mescolare 1/2 cucchiaino di gelatina in 1/2 tazza di acqua calda. Quindi aggiungere 1/2 cucchiaino di polvere di metronidazolo. Mescolare accuratamente. Quindi aggiungere 450 gr di koi pellet nella ciotola di miscelazione. Mescolare accuratamente questo intruglio. Versate il composto su waxpaper e asciugare completamente all’aria. Durante L’essiccazione della notte dovrebbe essere sufficiente. Conservare il cibo medicato in confezione sottovuoto in frigorifero.

Alimentare le koi solo con questo cibo medicato (non usare altri alimenti) per 10 giorni. Distribuire il cibo generosamente, ma accertarsi che questo venga consumato entro 5 minuti allontanando eventualmente il cibo avanzato. Una cura condotta efficacemente ristabilisce il normale colore e consistenza delle feci.

E’ necessario, a fine terapia, avere una conferma della sua eventuale efficacia anche attraverso una indagine microscopica delle feci.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copyright 2020 @ La Gazzetta delle Koi - Sito realizzato da Follie Web Design