Per apprezzare appieno le Koi Doitsu come le conosciamo oggi, è essenziale comprendere la loro origine e il processo di ibridazione che ha portato alla creazione di queste affascinanti creature. La storia delle Doitsugoi è strettamente legata all’incontro tra la tradizione giapponese e la carpa tedesca, un’ibridazione programmata che ha rivoluzionato il mondo delle Koi.
L’Origine delle Carpe in Giappone
Le carpe furono introdotte in Giappone per la prima volta circa 700 anni fa, provenienti dalla Cina. Queste prime carpe appartenevano alla sottospecie orientale Caprinus carpio heamatopterus, conosciuta per la sua resistenza e la sua adattabilità ai climi rigidi. Per secoli, la carpa giapponese è stata allevata nelle risaie e nei laghetti per scopi alimentari, fino a quando le mutazioni cromatiche portarono allo sviluppo delle prime Koi ornamentali.
La vera svolta nella storia delle Koi avvenne però nel 1904, quando la carpa tedesca, appartenente alla sottospecie Caprinus carpio carpio, fu introdotta in Giappone. Questo evento segna l’inizio dell’evoluzione delle Doitsugoi, carpe che oggi riconosciamo per la loro mancanza di scaglie e la loro forma del corpo caratteristica.
Shinnosuke Matsubara: Il Pioniere delle Doitsugoi
L’introduzione della carpa tedesca in Giappone fu opera di Shinnosuke Matsubara, capo del settore Formazione del Dipartimento della Pesca.
La sua idea era semplice ma ambiziosa: migliorare l’offerta di carne di pesce commestibile in Giappone attraverso l’introduzione di una sottospecie che si distingueva per una crescita rapida e una maturazione precoce.
Le carpe tedesche erano note per il loro corpo più massiccio e la ridotta presenza di scaglie, caratteristiche che rendevano la loro carne più facile da preparare e cucinare.
Per realizzare questo progetto, Shinnosuke Matsubara si rivolse a due scienziati tedeschi di spicco, Dr. Bruno Hofer e Dr. Franz Doffline, che selezionarono accuratamente 40 avannotti dai laghetti del villaggio del Conte di Eisch, nel sud della Baviera.
Questi avannotti rappresentavano la migliore qualità disponibile in Germania all’epoca.
Le Prime Doitsugoi in Giappone
Le 40 carpe tedesche furono trasportate in Giappone durante il conflitto Nippo-Russo del 1904, un viaggio difficile che purtroppo ridusse drasticamente il numero di esemplari sopravvissuti. Solo una Carpa Specchio (con scaglie rade e grosse) e sei Carpe Cuoio (prive di scaglie) sopravvissero al lungo viaggio. Questi sette esemplari furono immediatamente introdotti nei programmi di allevamento giapponesi e incrociati con la carpa indigena.
Il termine “Doitsu”, che significa “tedesco” in giapponese, venne adottato per indicare queste carpe. Quelle sette carpe sopravvissute sono diventate la spina dorsale genetica di tutte le Doitsugoi che vediamo oggi, e la loro introduzione ha avuto un impatto significativo sull’evoluzione delle Koi ornamentali moderne.
L’Influenza della Genetica Tedesca
All’inizio del XX secolo, la Germania aveva già sviluppato una buona conoscenza della genetica applicata all’allevamento ittico. Le carpe tedesche erano note per il loro rapido tasso di crescita e per la loro precoce maturazione. Questi fattori furono decisivi nella scelta di ibridare la carpa giapponese con la carpa tedesca. La forma del corpo più ingombrante e la riduzione delle scaglie, tipiche delle carpe tedesche, rendevano queste carpe più adatte alla produzione alimentare. Meno scaglie significavano anche una preparazione più semplice in cucina.
Inizialmente, l’allevamento delle Doitsugoi in Giappone aveva uno scopo prettamente alimentare, come era avvenuto in Germania. Le caratteristiche morfologiche e fisiologiche della carpa tedesca erano sfruttate per aumentare la resa della carne, e non si pensava ancora al loro utilizzo ornamentale.
La Nascita della Koi Shusui
Fu solo nel 1908 che la carpa Doitsu iniziò ad essere utilizzata per scopi ornamentali. Il famoso allevatore Kichigoro Akiyama ottenne una delle prime Koi ornamentali Doitsu, la Shusui, incrociando una Doitsugoi con una Asagi. La Shusui, caratterizzata da una colorazione blu con scaglie lungo la linea dorsale, fu accolta con grande entusiasmo dagli appassionati, segnando l’inizio dell’utilizzo delle carpe Doitsu nell’allevamento delle Koi decorative.
Questo incrocio rappresentò una rottura con la tradizione: le Koi Doitsu, prive o quasi prive di scaglie, si differenziavano nettamente dalle classiche Koi giapponesi. Ma al di là del cambiamento estetico, l’introduzione della genetica tedesca portò anche a importanti cambiamenti nella forma del corpo. Le Koi giapponesi, che erano originariamente lunghe e sottili, iniziarono ad assumere una forma del corpo più ampia e rotonda, una caratteristica che è oggi considerata un segno di qualità nei concorsi di bellezza delle Koi.
L’Eredità delle Doitsugoi
Oggi, quasi tutte le varietà di Koi moderne contengono nel loro corredo genetico tracce di Doitsugoi. L’introduzione della carpa tedesca ha avuto un impatto profondo e duraturo sull’allevamento delle Koi, contribuendo a migliorare non solo la loro forma del corpo, ma anche la varietà di colori e motivi disponibili.
Le Koi che vediamo oggi nei laghetti e nelle competizioni non sarebbero le stesse senza l’eredità delle Doitsugoi. I corpi robusti e armoniosi delle Koi moderne, ammirati e premiati nei concorsi, devono molto alla genetica delle carpe tedesche introdotte nel XX secolo.
Conclusione
La storia delle Doitsugoi è un affascinante esempio di come la genetica e l’allevamento selettivo possano trasformare una specie. Quello che iniziò come un progetto per migliorare la produzione alimentare in Giappone si è evoluto in un fenomeno mondiale che ha arricchito l’universo delle Koi ornamentali.
Oggi, le Doitsugoi sono apprezzate non solo per la loro bellezza estetica, ma anche per il loro contributo alla diversità genetica delle Koi. Il loro corpo senza scaglie, la loro forma arrotondata e la loro eleganza nel nuoto continuano a incantare appassionati e allevatori di tutto il mondo, rendendole un tassello fondamentale nella storia delle Nishikigoi.
tratto da William Daffue – “History of Doitsu Koi and Judging Criteria” , pubblished by SAKKS