Dactylogyrus, il verme delle branchie

La Dattilogirosi è una malattia il cui agente eziologico è il Dactylogyrus, un verme appartenente alla famiglia delle Dactylogyridae che arriva a misurare fino a 2 mm di lunghezza.

Assieme al Gyrodactylus appartiene al gruppo dei Monogenei così definiti in quanto nel loro ciclo vitale, non vi è cambiamento dell’ospite.

 DESCRIZIONE DEL DACTYLOGYRUS

I Monogenei sono vermi parassiti che appartengono al gruppo dei Platelminti (dal greco platýs = “piatto”, Hélmins = “verme”). In precedenza erano considerati una sottoclasse dei Trematodi, ma ora sono considerati una classe a sé. Il Dactylogyrus è un ermafrodito ed è oviparo (produce uova). Presenta ad una estremità l’opisthaptors ed il prohaptor.

L’opisthaptor è l’organo principale utilizzato per rimanere ancorato al pesce ospite. Si trova ad una estremità ed è costituito da una serie di uncini. Il prohaptor è semplicemente un organo ghiandolare che secerne materiale appiccicoso ricco di enzimi digestivi che aiutano Dactylogyrus a penetrare la pelle dell’ospite digerendone le sue parti arrivando al sangue di cui si nutre.

Il Dactylogyrus ha due o quattro macchie evidenti scure sul corpo, che non sono presenti sul colpo del Gyrodactylus. Dactylogyrus si trova di solito sulle branchie, ed è oviparo (depone uova).

Dopo il rilascio in acqua si schiudono in circa quattro giorni alla temperatura ottimale di 20°C. Le larve ciliate nuotando liberamente nell’acqua devono trovare un ospite entro 6-8 ore dalla nascita per sopravvivere. Alle temperature ottimali (22-24°C) il ciclo dura solo pochi giorni per essere completato. Tuttavia può richiedere fino a 5-6 mesi a 1-2°C.

La Koi gravemente infettata con questi vermi branchiali può mostrare un aumento dei movimenti delle branchie a mano a mano che il tessuto branchiale viene danneggiato. Il Dactylogyrus attacca preferibilmente le branchie del pesce dove esercita la sua principale azione lesiva.

dactylogyrus

1 = occhi 2 = faringe 3 = intestino 4 = ovaio 5 = testicoli 6 = vitellaria 7 = haptor

PATOGENESI

Stress di varia natura prodotti sui pesci sono le cause comuni dell’esordio della malattia. – cattive condizioni dell’acqua (rialzi dei valori di ammoniaca, nitriti, nitrati e fosfati, elevata concentrazione di composti organici, oscillazioni del Ph); – stress (da manipolazioni inadeguate delle Koi, da traslocazione); – sovrapopolazione; – shock termici; – alimentazione inadeguata (eccesso di cibo, carenze vitaminiche).

SINTOMI

I pesci colpiti da Dattilogirosi presentano iperproduzione di muco secondaria alla lesione. Essa diminuisce gli scambi gassosi delle branchie ed il pesce presenta difficoltà respiratorie. Le branchie si presentano in posizione aperta con atti respiratori frequenti, il pesce staziona alla superficie dell’acqua per la mancanza di ossigeno. Quando la malattia si aggrava il pesce dapprima presenta movimenti anomali e può compiere dei balzi fuori dall’acqua poi appare letargico e anoressico.

DIAGNOSI

Si basa sull’osservazione dei sintomi, ma necessita di una diagnosi microscopica differenziale rispetto al Gyrodactylus, in quanto il Dactylogyrus risulta più difficile da debellare e producendo uova la terapia deve essere ripetuta dopo la schiusa di queste.

Vista al microscopio

TERAPIA

Trattamento del Dactylogyrus richiede la comprensione del ciclo di vita del genere in questione. Questi vermi possiedono infatti diverse strategie riproduttive dato che il Dactylogyrus depone le uova e Gyrodactylus invece è viviparo.

Mentre il Gyrodactylus è eliminabile con un singolo trattamento farmacologico, nel caso di Dactylogyrus, invece, sono richiesti più trattamenti poichè le uova non sono così sensibili ai farmaci utilizzati. La ripetizione del tattamento, operata a distanza di 5 giorni dal quello precedente, deve essere effettuata in contenitori di volta in volta diversi oppure precedentemente sterilizzati affinchè altre uova non si trovino erroneamente nella nuova vasca di cura. I trattamenti sono ulteriormente complicati dalla incredibile varietà di specie, che possono avere diversa suscettibilità ai farmaci. Pertanto, l’efficacia dei trattamenti deve essere confermata da follow up della pelle e/o branchia.

I farmaci utilizzati sono:

SALE: Soluzione di acqua e sale al 3% (30 gr/l) per 15 minuti (sotto osservazione) (il parassita non sopravvive a salinità prossime a quella del mare che è del 35%).

FORMALINA: Bagni di 30 minuti in acqua e formalina al 40% (usare 20-25 cmq/100 litri).

– METRIFONATO (Neguvon, Masoten): E’ preferibile un uso per bagni prolungati e su soggetti adulti, data la tossicità del farmaco: 1 mg/l con temperatura dell’acqua non superiore ai 25°C e Ph compreso tra 6 e 7, per tre giorni.

PERMANGANATO DI POTASSIO: meno tossico del Metrifonato, ma da usare con estrema cautela. Le dosi terapeutiche si avvicinano a quelle di massima tolleranza per i pesci. 10mg/l per 10-15 minuti.

PRAZIQUANTEL: Ha dimostrato di essere tossico per Gyrodactylus e Dactylogyrus e sicuro per la maggior parte dei pesci. Il Praziquantel a dosaggi elevati è tuttavia tossico anche per i pesci, tuttavia, può essere molto efficace come bagni lungo termine a basse concentrazioni. Praziquantel ha dimostrato di causare vacuolizzazione del tegumento e la paralisi contrattile del Dactylogyrus e Gyrodactylus. 2-3 mg/l di Praziquantel per una settimana.

– TRICLABENDAZOLO: sostanza presente in associazione con il Fenbendazolo nel farmaco Triclam® da usare in posologia di 4 grammi per metro cubo d’acqua. Il prodotto va precedentemente sciolto in 1 litro d’acqua del laghetto. Dopo la somministrazione la lampada UV e l’Ozono vano spenti. E’ inefficace contro le uova e pertanto la somministrazione del farmaco và ripetuta a distanza di una settimana per eliminare i parassiti nel frattempo nati.

MEBENDAZOLO: è un antielmintico efficace contro i monogenei a basse
concentrazioni per bagni lungo termine. Tuttavia, la tossicità del Mebendazolo a diverse specie di pesci varia notevolmente, anche in specie strettamente correlate. E’ ben tollerato dalle Koi, o dalle carpe comuni, ma è tossico per pesci rossi (Carassius Auratus) e Carassi in genere. 1 mg/l per 48 ore.

Indipendentemente da quale sia il trattamento usato, è essenziale mantenere la qualità eccellente di acqua e una buona alimentazione in modo che il pesce guarisca dalle lesioni e si prevenga una nuova infezione.

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