Classificare correttamente una Nishikigoi ci aiuta ad apprezzarla, a capirne il suo sviluppo, a quantificarne il valore ed, eventualmente, a scegliere il soggetto migliore, sia che debba nuotare nel nostro laghetto per il piacere della sua compagnia sia che si voglia partecipare ad un Koi Show.
Le famiglie
Le varietà di Nishikigoi, vengono raggruppate in tredici famiglie.
Per spiegare come classificare partiremo da una visione d’insieme di queste famiglie, elencando per ciascuna di esse le varietà che la compongono.
Va sottolineato che le famiglie non hanno niente a che vedere con le classi di gara, che vengono decise dai singoli Koi Club che organizzano le competizioni con l’unico scopo di non penalizzare alcune varietà rispetto ad altre.
Ad esempio una Tancho Kohaku e una Sandan Kohaku, appartengono entrambe alla famiglia delle Kohaku.
Se gareggiassero nella stessa classe di gara la Tancho Kohaku, che hanno un’unica macchia di colore, risulterebbe penalizzata e poco interessante rispetto alla Sandan Kohaku, che invece ha tre macchie di colore ben distribuite su tutto il corpo.
Per questo motivo le Tancho Kohaku gareggiano nella classe di gara tancho, e le Kohaku nella classe di gara kohaku.
La classificazione di una Nishikigoi risulta difficile per tanti motivi, ma l’errore che i neofiti commettono più spesso, è quello di pensare che la colorazione sia determinante della varietà.
Guardate le immagini qui sotto, ritraggono delle Nishikigoi doitsu, cioè prive di squame, di colore bianco e rosso. Si potrebbe pensare che appartengono tutte alla stessa varietà, o che siano varietà diverse appartenenti alla stessa famiglia.
Invece sono Nishikigoi di diverse famiglie e diverse varietà.
Il Pattern
Ciò che è determinante per classificare di una Nishikigoi è il pattern. Con questo termine inglese si indica la posizione e la stratificazione delle macchie di colore, ed in ultima analisi il disegno che queste macchie producono.
Il primo elemento che determina il pattern è la posizione delle macchie di colore, viene detta stile del pattern, e può essere solo di due tipi: “asagi-style” e “kohaku-style”.
La differenza dei due stili di pattern è anche il maggior traguardo di l’allevamento delle Nishikigoi. Infatti tutte le attuali varietà di Nishikigoi derivano dalle Asagi.
Queste hanno il colore rosso nella zona inferiore del corpo come a formare un “anello”, al contrario delle Kohaku che invece hanno il rosso al centro del dorso come per colmare il centro dell’anello. Questo spostamento della colorazione rossa dal basso ventre delle Asagi al centro del dorso delle Kohaku, ossia dall’anello al centro dello stesso anello, è stata la maggiore difficoltà incontrata dagli allevatori, nonché una delle massime espressioni dell’arte giapponese delle Nishikigoi.
Per questa ragione la posizione delle macchie di una Kohaku viene presa a modello di stile per la gran parte delle varietà in quanto ritenuta la più apprezzabile.
Se prendiamo in considerazione una Asagi, e la priviamo del suo reticolo color indaco, otteniamo una Yuki Asagi.
La Yuki Asagi ci mostra perfettamente ciò che definiamo “asagi-style-pattern”: il colore rosso forma un anello intorno alla Nishikigoi ed è posizionato dalla parte bassa della pancia fino alla linea laterale, e con la crescita questo colore rosso tende a salire verso il dorso.
Questo anello si completa con i motoaka, due macchie rosse sulle pinne pettorali, e con del rosso sulla pinna caudale. Sottolineo che le macchie sulle pinne pettorali sono un elemento fondamentale di questo stile di pattern e quindi devono essere presenti, dello stesso colore di quello asagi-style.
“asagi-style-pattern” |
Allo stesso modo se consideriamo una Kohaku, questa ci mostra perfettamente ciò che definiamo “kohaku-style-pattern”: il colore rosso è posizionato nella zona opposta rispetto alla Asagi, ossia al centro dell’anello, quindi dalla linea laterale di un lato alla linea laterale sul lato opposto occupando il centro del dorso.
Nel pattern kohaku-style le pinne hanno il colore di base della varietà, e non devono essere presenti sulle pinne macchie del colore kohaku-style.
Kohaku (Hippon-Hi) | |
“kohaku-style-pattern” |
Quando parliamo di asagi-style-pattern e kohaku-style-pattern, dobbiamo inquadrare le due zone opposte in cui si posizionano le macchie di colore, a prescindere dal numero delle macchie e da quali siano i colori coinvolti (nero, indaco, grigio, bruno, porpora, rosso, arancione, verde, senape o giallo).
Infatti nel pattern asagi-style l’anello potrà essere tutto unito così come frammentato, ossia formato da un gruppo di macchie tutte nella stessa fascia come un “codice a barre” poiché tendono a salire verso il dorso, e di qualsiasi colore.
Parimenti nel pattern kohaku-style la macchia al centro dell’anello potrà essere unica, tanto quanto un gruppo di macchie tutte confinate al centro dell’anello, e di qualsiasi colore.
Sottolineo che anche se guardando una Nishikigoi ci sembra di identificare una varietà, se lo standard di quella varietà prevede uno stile di pattern, in assenza di questo stile stiamo guardando una varietà diversa oppure un ibrido.
asagi-style-pattern | kohaku-style-pattern |
La stratificazione del Colore
Il secondo elemento che determina il pattern è la stratificazione del colore.
Talvolta infatti due Nishikigoi possono avere lo stesso stile di pattern ed anche gli stessi colori, e ciò che le differenzia è unicamente la stratificazione dei colori.
Nelle Nishikigoi formate, ossia in cui lo sviluppo del colore è completo, le macchie di colore hanno una stratificazione ben precisa, infatti il 1° colore è quello della base, il 2° è quello intermedio che si sovrappone al primo, ed il 3° colore è quello che sovrasta gli altri due.
Ciò che noi vediamo alla fine è dato dalla sovrapposizione dei vari strati, ed in particolare una stratificazione ben precisa sancita negli standard delle singole varietà, cambiando la quale cambia anche il risultato finale.
Prendiamo ad esempio una Kage Showa ed un Goshiki Showa, sono due Nishikigoi di colore bianco, con un reticolo grigio e macchie rosse, e l’unica differenza fra le due sta proprio nella stratificazione di questi colori. La Kage Showa ha il bianco come 1° colore (la base), il rosso come 2° colore (le macchie) e il grigio come 3° colore (il reticolo che sovrasta la base e le macchie).
La Goshiki Showa ha il bianco come primo colore (la base), il grigio come 2° colore (il reticolo) e il rosso come 3° colore (le macchie che sovrastano il reticolo).
Un altro esempio identico con due Nishikigoi metalliche è rappresentato dalla differenza tra Kujaku e Goshiki Ogon, nella Kujaku il reticolo sovrasta le macchie rosse, mentre nel Goshiki Ogon sono le macchie rosse a sovrastare il reticolo.
Per spiegare ancora meglio la classificazione di una Nishikigoi, nella tabella qui sotto riportata, vediamo una varietà per ciascuna delle tredici famiglie, spiegata mediante stile e stratificazione del colore, ossia i due elementi principali del pattern.
Le macchie di Colore
Il terzo elemento che determina il pattern è il disegno formato dalle macchie di colore.
Le macchie di colore infatti possono formare disegni particolari cui vengono attribuiti nomi precisi, oppure essere del tutto casuali ed anonimi.
Questi disegni non determinano né la varietà né la famiglia, sebbene alcune varietà possono presentare alcuni tipi di disegno e non altri. Tuttavia si utilizzano per meglio definire un soggetto. Ad esempio una Kohaku, con un’unica macchia rossa a forma di fulmine dalla testa fino alla coda si definisce Inazuma Kohaku, infatti il termine “inazuma” è il nome che viene dato alla macchia a forma di fulmine.
In particolare questi disegni possono essere:
1) Alcuni sono particolarmente simmetrici per la loro conformazione, e particolarmente difficili da ottenere, e questo agli occhi di un giapponese li rende particolarmente pregevoli.
2) Altri invece, per via della disposizione casuale ed anonima delle macchie o per la pochezza del disegno, anche se corretti vengono considerati banali e poco interessanti.
3) Altri ancora invece, per via della loro asimmetria, sono considerati sgradevoli e penalizzanti ed alcuni di questi sono esclusi dagli standard e provocano, in una competizione di bellezza delle Nishikigoi, la squalifica automatica.
Le immagini qui sotto mostrano i diversi tipi di disegni.
Conclusioni
Concludo precisando che la valutazione di una Nishikigoi va ben oltre la mera classificazione, e che lo studio degli standard delle singole varietà e cosa ben diversa.
Infatti ampliando i propri orizzonti culturali e migliorando la propria sensibilità artistica tramite lo studio approfondito di questi standard, si impara a capire quanto ogni aspetto apparentemente trascurabile sia estremamente importante, e persino quando un aspetto negativo si compensa con un altro e diventa nel complesso simmetrico ed armonioso.
Di fatto le Nishikigoi sono animali da compagnia, e parimenti una forma d’arte giapponese il cui fine ultimo è perseguirne la bellezza e la perfezione, e conoscere la loro classificazione è per il neofita il primo passo per capire meglio questi meravigliosi animali.