Le Alghe, ed in particolare le alghe filamentose, sono uno tra i maggiori disturbi del koi keeper, sia dal punto di vista estetico del laghetto, sia perché, quando particolarmente abbondanti, esse sottraggono ossigeno agli abitanti del laghetto.
L’importante però e che non bisogna sentirsi “sfortunati” o incapaci qualora nel proprio laghetto compaiano le alghe filamentose: il problema non solo è noto, ma anche diffuso, soprattutto in laghetti di ridotte dimensioni, specie se esposti al sole e con acqua trasparente.
Basta conoscerle per combatterle …….
Alcuni brevi cenni di biologia
Più di 3 miliardi di anni fa la vita è iniziata con le prime creature: i cianobatteri procarioti, impropriamente indicati come alghe blu-verdi. Alghe filamentose fossili dal bacino di Vindhya (India) sono datate a 1,6-1,7 miliardi di anni fa.
I cianobatteri, sono gli unici organismi Procarioti Fotoautotrofi Ossigenici, cioè in grado cioè di produrre Ossigeno (O2) che viene liberato nell’atmosfera durante l’attività fotosintetica. Per questa ragione sono stati studiati tradizionalmente dai Botanici, anche se oggi sono inclusi nei testi dei Microbiologi.
Attualmente la denominazione ‘’alghe’’ è limitata a organismi Eucarioti, appartenenti al regno dei protisti, cioè specie che possono essere considerate ai confini tra i regni delle piante, degli animali, e dei funghi.
Le alghe sono organismi con nucleo e membrane cellulari circa 10.00 volte più grandi dei procarioti.
Quasi tutte le alghe hanno un apparato fotosintetico derivato dai cianobatteri e producono ossigeno come sottoprodotto della fotosintesi. Le alghe sono organismi vegetali, che vivono per lo più in acqua bassa, organizzate come organismi unicellulari o come organismi multicellulari.
Il nome “alga” è un termine colloquiale, non biologico.
Alghe verdi e alghe filamentose
Le alghe eucariotiche comprendono: alghe verdi, alghe brune, alghe brune, diatomee, euglenophyceae, dinoflagellati, crisofile, aptofile, criptofile e molti altri.
All’interno delle alghe verdi troviamo le nostre nostre alghe filamentose, molto comuni negli stagni, chiamate scientificamente Oedogonium Capillare.
Questi filamenti si intrecciano tra di loro formando una stuoia che ricorda la lana bagnata, iniziando dapprima a crescere sulle pareti dei laghetti, su rocce e radici, per poi successivamente prendere il sopravvento anche delle piante.
Come si può notare dalla foto esse sono formate da cellule di alghe singole che si uniscono a formare lunghe catene filamentose.
Le cellule sono mononucleate e contengono un unico e grosso cloroplasto dotato di pori e numerosi pirenoidi. Il ciclo vitale è aplonte. Le zoospore, la cui formazione contraddistingue la riproduzione asessuale, si sviluppano dall’intero contenuto di una cellula del filamento. All’incirca un’ora dopo la fuoriuscita dalla cellula da cui si sono originate perdono i flagelli iniziando una serie di divisioni mitotiche che portano alla formazione di un nuovo filamento.
Di cosa hanno bisogno le alghe per vivere?
Le alghe (purtroppo) hanno bisogno di molto poco per vivere. Essenzialmente sostanze nutritive dell’acqua come fosfato e nitrato e, soprattutto, la luce solare.
Le alghe producono biomolecole da acqua e anidride carbonica.
La sostanza verde clorofilla (dal greco chloros verde e phillon foglia), che converte la luce solare in energia, nel processo denominato fotosintesi, è presente nelle cellule delle alghe.
Con l’aiuto della luce, dell’anidride carbonica (CO2) e dei Sali nutritivi presenti nel laghetto(Fosfato, Nitrato, ecc.) la sostanza cellulare dell’alga cresce e produce grassi, proteine e zuccheri. (vedi sopra Cenni di biologia).
E’ solo un problema estetico quindi?
Per la maggior parte, le alghe sono di scarso valore estetico per il vostro laghetto. Le alghe verdi filamentose, ed in particolare quando appartenenti al genere Oedogonium, vanno invece viste quali importanti organismi segnalatori della qualità di un’acqua.
Le alghe appartenenti al genere Oedogonium, prediligono acque mediamente inquinate con un buon contenuto di ossigeno, dove i processi di biodegradazione sono incompleti o insufficienti e la presenza di un discreto contenuto di azoto ammoniacale (ma non solo) ne può favorire la comparsa.
La loro comparsa va sempre tenuta in debita considerazione ed è quindi importante cercare di comprendere le cause che ne hanno consentito lo sviluppo.
Più un laghetto “invecchia”, più i nutrienti sono accumulati e più è suscettibile ai problemi delle alghe.
Le forme filamentose hanno un tasso di riproduzione gigantesco ed anche la loro morte improvvisa può causare una carenza di ossigeno.
Il controllo delle alghe filamentose
I tappeti di alghe filamentose possono essere meccanicamente rimossi con un rastrello e/o strumenti dedicati. Tuttavia, questo metodo di controllo delle alghe è molto laborioso e offre solo un controllo temporaneo. In alcuni casi, le alghe sembrano ricrescere tanto rapidamente quanto vengono rimosse.
Per evitare l’esplosione di una crescita algale è necessario adottare dei comportamenti di gestione del nostro laghetto affinchè si contrastino le condizioni ottimali per la loro crescita. Vi sono due modi di approccio possibili che possono benissimo coesistere.
La prima prospettiva di risoluzione agisce direttamente sulla causa, mentre la seconda è focalizzata sul problema.
Qualora si preferisca la prima ipotesi, ecco una serie di azioni da intraprendere per eliminare definitivamente la causa soggiacente alla formazione di alghe filamentose:
1 ) Progettare un laghetto con una filtrazione meccanica e biologica idonea ai volumi d’acqua e alla tipologia di pesci che vogliamo introdurre. Inoltre prestare attenzione per una buona ombreggiatura dello stesso in modo da togliere luce solare necessaria alla fotosintesi delle alghe.
2) Utilizzare nell’ecosistema piante acquatiche a rapida crescita che abbiano la proprietà di asportare i nutrienti dall’acqua contrastando così l’eccesso di nutrimenti.
3) NON SOVRAPPOPOLARE di pesci e ridurre la quantità di alimenti somministrati agli animali, ricordandosi che i pesci sono sì voraci, ma biologicamente non hanno bisogno di grandi quantità di cibo.
4) Non concimare le piante del laghetto, non utilizzare terreni contenenti fosfati per i vasi delle ninfee. Le piante aquatiche troveranno già nell’acqua i nutrienti per svilupparsi.
5) Il più importante: E’ fondamentale controllare i valori ottimali dell’acqua. L’acqua è variabile. Ci sono grandi differenze tra i tipi di acqua, anche se l’acqua sembra la stessa a prima vista. Il nostro laghetto distingue tra acque sotterranee, acque di sorgente, acqua potabile di rubinetto o acqua piovana.
6) Misurare le sostanze disciolte nell’acqua. E’ importante usare indicatori/test dedicati per le sostanze presenti nell’acqua. I valori importanti dell’acqua per il laghetto con Koi sono il pH, la durezza Carbonatica, la durezza totale, il Ferro, il Nitrato, il Fosfato, l’Ammoniaca e l’Ossigeno Disciolto.
- Nitrato (NO3) / nutriente per alghe
I valori ottimali sono inferiori a 25 mg / l. Se è troppo alto, verrà promossa la crescita delle alghe. Le piante acquatiche come le filamentose e i batteri degradano naturalmente il nitrato. Il nitrato (NO3) inoltre, se troppo elevato, può influenzare la crescita di Koi e altre specie di pesci.
- Il valore di PH / troppo forte favorisce la crescita delle alghe
Il valore di Ph fornisce informazioni sull’acidità dell’acqua. L’acqua ottimale ha un pH compreso tra 7 e 7,5. L’acqua piovana, che di solito è acida, non è amata dalle alghe. L’acqua dura, che scorre dai terreni calcarei e dalle rocce in primavera e dall’acqua del rubinetto è molto amata dalle alghe.
- La durezza totale (GH) mostra la concentrazione di sali disciolti
La durezza totale è la misura del numero totale di sali disciolti nell’acqua. La durezza totale ottimale è compresa tra 7 e 14 ° GH. La durezza dell’acqua è importante per i processi biologici nell’acqua. Se è troppo morbida, i processi biologici non funzionano bene, il laghetto inizia a ristagnare. I minerali sono consumati dalle creature del laghetto. Sono richiesti almeno 8 ° GH.
Valore di GH | Durezza dell’acqua |
0-7 ° GH | 1 – Acqua dolce |
7-14 ° GH | 2 – Acqua mediamente dura |
14-21 ° GH | 3 – Acqua dura |
> 21 ° GH | 4 – Acqua molto dura |
- Durezza carbonatica (KH)
La durezza carbonatica indica la presenza di carbonati e bicarbonati di calcio (CA) e magnesio (Mg). E’ ottimale se compresa tra 10 e 14 ° KH. La durezza carbonatica garantisce stabilità nello stagno e ha un effetto riequilibrante su acidi e basi nocivi nell’acqua. Promuove anche la crescita delle piante da laghetto. Se l’acqua non è adeguatamente tamponata con la durezza del carbonio, possono esserci grandi fluttuazioni nel valore del pH.
- I Fosfati (PO4) non devono superare 0,03 mg / l di acqua.
I fosfati sono i principali nutrienti delle alghe, 1 g di fosforo è sufficiente per far crescere 10 kg di alghe. Il fosforo è un elemento presente nel fosfato, cioè nei polimeri del fosfato. Il valore limite raccomandato per il fosfato è 0,03 mg / l.Il fosforo viene assorbito direttamente dalle piante e dalle alghe. I fosfati sono immagazzinati dalle alghe nella biomassa. Pertanto, è possibile che nella fase di forte crescita di alghe non siano presenti fosfati liberi nell’acqua. Rimuovendo quindi le alghe manualmente, un’enorme quantità di fosfati viene rimossa dal laghetto.Quando esse muoiono, tuttavia, il fosfato viene nuovamente rilasciato, creando alghe fresche.
- Ammoniaca e Ossigeno disciolto.
Per questi argomenti trovate degli articoli dedicati su questo portale scritti dal dott. Franco Prati: Ossigeno discolto e Ammoniaca.
I prodotti antialghe.
Focalizzandosi invece sul problema singolo è possibile utilizzare un apposito prodotto antialghe, tra i numerosi in commercio, accertandosi preventivamente che la sua composizione sia compatibile con la vita delle piante e degli animali presenti nel proprio laghetto.
Sebbene gli agenti antialghe chimici non debbano essere utilizzati come rimedio a lungo termine per contrastare le alghe, alcuni prodotti di marca e di alta qualità sono ora disponibili sul mercato per un utilizzo temporaneo. Bisogna ricordare infatti che, anche utilizzando i prodotti migliori, in mancanza di cura e prevenzione adeguate i risultati non potranno mai essere duraturi.
Una soluzione “artigianale” a base di acido salicilico è illustrata in questo articolo : Acido salicilico come antialghe
Bibliografia: – “HEINZ STREBLE, DIETER KRAUTER (2002), Atlante dei microrganismi acquatici.