Il pH è la misura della concentrazione degli ioni di idrogeno su una scala di misura, dell’acidità o della basicità di una soluzione acquosa, che va da 1 a 14. Se il laghetto non è ben compensato da carbonati è possibile che si verifichi un crash del pH.
ll pH richiesto per la vita acquatica è compreso tra il 5,5 e 8.5 ed impatta sulla salute dei pesci in due varianti: la prima, se il pH è basso, è chiamata Acidosi, i cui sintomi sono produzione in eccesso di muco, isolamento sul fondo, striature sulle pinne e poi la morte. La seconda, nel caso in cui il pH sia troppo alto, è detta Alcalosi, in cui le Koi presentano sempre eccesso di muco, con alta frequenza del respiro ed in superficie e le perdite, purtroppo, sono maggiori.
L’Alcalosi è dura da invertire una volta che si verifica mentre l’Acidosi è rapidamente corretta una volta che il pH è riportato nel suo valore adatto. Un’altra relazione importante è che il pH contribuisce alla tossicità dell’ammoniaca. Ad un valore di pH elevato l’ammoniaca è maggiormente tossica. Sotto un pH 7,2 molta ammoniaca è ionizzata in ammonio che presenta una minore tossicità, e questo è estremamente importante in un sistema dove l’ammoniaca è tendenzialmente in accumulo.
Il pH è incline a cadere precipitosamente nei sistemi non tamponati a causa del consumo di ossigeno, accumulo di anidride carbonica, decadimento di rifiuti o per la normale attività dei batteri nitrificanti che riducono l’ammoniaca in nitrito. Come sapete i batteri dei filtri biologici (nitrosomonas e nitrobacter, tra gli altri), per trasformare gli scarti dei pesci, usano l’ossigeno e rilasciano anidride carbonica; l’ anidride carbonica forma acido carbonico che abbassa il pH.
Nello stesso tempo, il processo di riduzione dell’ammoniaca in nitriti rilascia in acqua più ioni di idrogeno che abbassano anch’essi il pH. Le Koi stesse rilasciano anidride carbonica durante la respirazione e questo porta giù il pH formando acido carbonio.
Gli effetti combinati di tutti questi fattori se non compensati da altri componenti nell’acqua, i carbonati, provocano il cosiddetto “ crash del pH ”.
Proviamo ad immaginare uno scenario concreto:
Un koi keeper ha un laghetto carico di Koi (scenario normale….) e i pesci stanno bene ed il ph è neutrale. I rifiuti si accumulano sul fondo e magari il nostro non ha tempo o voglia di fare regolari cambi d’acqua; i rifiuti sono per loro natura acidi. I pesci elaborano anidride carbonica tutto il giorno così come la emettono i batteri che stanno facendo il loro dovere nel filtro biologico e che, nel farlo, rilasciano anche ioni di idrogeno. Nel corso del tempo i buffer naturali che bilanciano l’acqua, i carbonati, si esauriscono utilizzati anche dalle belle piante che il nostro ha nel laghetto.
Una bella notte i buffer si esauriscono ed improvvisamente, complici anche le piante che di notte, ricordiamolo, emettono anc’esse anidride carbonica, tutto l’ambiente si ritrova immerso in un ph 5,5. La mattina dopo il nostro koi keeper trova i pesci sul fondo tutti ricoperti di muco con le punte delle pinne danneggiate se gli va bene….
Troppa fantasia ???? crash del pH
Cosa fare in questa situazione. La risposta semplicistica è: aggiungere bicarbonato di sodio che rialza il ph. Certo dal punto di vista chimico è corretto ma la letteratura ci insegna che per la fisiologia del pesce dobbiamo fare graduali correzioni del Ph, con tempi appropriati di assestamento.
Purtroppo in caso di crash del pH, di tempo non ne avete per aumentarlo gradualmente. Ecco perchè è importante non sottovalutare questo parametro che è il primo test da eseguire quando appaiono problemi comportamentali nel laghetto.
Una strategia di prevenzione del crash del pH
Possiamo facilmente comprendere come sia doverosa una prevenzione delle fluttuazioni del pH attraverso l’utilizzo di tamponanti. Polveri con queste qualità sono in commercio sotto molti nomi ed a volte con messaggi quasi miracolistici delle loro potenzialità. Senza nulla togliere ad esse, e lungi da me l’intenzione di denigrarle, mi permetto però di suggerire una semplice e poco costosa soluzione a questo problema, collaudata da amici koi keeper USA.
Il tamponante del pH è fatto in casa, in pillole o altra forma che volete adottare, con materiale che, una volta gettato nel laghetto, si dissolve lentamente rilasciando carbonati, calcio e magnesio aumentando il KH e l’alcalinità.
Per farlo dobbiamo procurarci questi due materiali: Gesso di Parigi e polvere di Litotamnio.
Il Gesso di Parigi è un minerale molto tenero composto da solfato di calcio emiidrato, detto anche scagliola, di formula: (CaSO4)2 · H2O.
E’ il gesso bianco che viene usato dai dentisti come materiale da impronta dentale o dagli scultori per i loro lavori o nelle sale gessi degli ospedali. Lo si trova anche in edilizia per la realizzazioni di stucchi; in questo caso attenti che sia puro e non contenga additivi vari.
Il Litotamnio, al di là del nome che evoca scenari da laboratorio spaziale, è una polvere calcarea naturale di origine marina (Lithothamnium calcareum), molto apprezzata in agricoltura biologica e biodinamica.
Si ottiene dalla micronizzazione delle alghe corallinacee delle coste bretoni che durante la loro vita si calcificano progressivamente ed accumulano oligoelementi. A noi serve per il suo alto contenuto di carbonato di calcio (45%), di magnesio (5%) e per la presenza di numerosi altri microelementi.
Lo si trova nei garden ed ha un costo di circa 3 euro al kg. crash del pH
Procedimento
La miscela delle due polveri (in rapporto del gesso/lito 3:1) è mescolata con normale acqua di rubinetto e, prima che abbia la possibilità di solidificare, va versata in piccoli contenitori in modo da avere la nostra prima serie di pillole di prova di piccole dimensioni.
Il gesso indurisce in meno di dieci minuti, quindi non se siete abbastanza spediti a versare, vi troveretein mano un gessoso pasticcio grumoso, che non può essere versato nei contenitori. Impastiamo quindi la miscela usando molta acqua, ci metterà solo più tempo a solidificare, mentre la qualità e le prestazioni del prodotto finale rimarrano inalterate. Per grandi laghetti si possono utilizzare delle buste di plastica in modo da formare dei panetti di gesso.
E’ impossibile determinare a priori l’esatta dimensione del blocco di gesso adatto al nostro laghetto, ci si arriva per tentativi e per misurazione del pH. Ecco perchè cominciamo con piccoli dischetti. Una volta che sappiamo il numero esatto possiamo fare un blocco unico. State però tranquilli, gli amici americani che hanno adottato questo metodo non hanno potuto aumentare il pH sopra 8,3 indipendentemente dalla quantità di pillole che hanno usato.
Il posizionamento delle “pillole del pH” è di primaria importanza. Esse devono essere immesse nel flusso principale dell’acqua del nostro sistema. L’erosione del flusso d’acqua e lo scioglimento del gesso libera carbonati puri che stabilizzano ed effettivamente aumentano il pH. Inoltre, la dissoluzione della “pillola del pH” libera Calcio e Magnesio che, oltre ad aumentare la durezza dell’acqua, risulta essere vantaggioso per gli avannotti o perle Koi in crescita, che possono utilizzare il calcio acquoso per la costruzione delle loro ossa.
Non spaventatevi se posta in acqua la “pillola” vedete migliaia di piccole bollicine sfuggire dalla sua superficie, questo è perfettamente normale, si fermeranno una volta che è terminata l’aria intrappolata nell’indurimento da voi preparato.
Conclusioni
Questa tecnologia casalinga funziona, ma ovviamente non è la sostituzione al monitoraggio del pH, né deve evolvere le persone a non controllare l’alcalinità. Non cadete nell’assunto che in presenza di una “pillola del ph” non ci possa essere un crash del pH e che esso divenga ottimale a prescindere. Infatti a seconda della condizione di partenza della vostra acqua la “pillola del pH” può essere inutile o addirittura dannosa.
Con questa tecnologia però, se usata con la testa, abbiamo la possibilità di mantenere un pH adatto alla nostre Koi con semplicità di manifattura e un elemento di convenienza che la rendono un vero tesoro.
Solo un ultima raccomandazione: non utilizzare la “pillola del pH” finché non è completamente asciutta, se presenta ancora chiazze o è fresca al tatto non può essere utilizzata.
One comment:
Non resta che provarlo! Opirob è una fonte inesauribile di notizie utili per il nostro laghetto! Grazie Opirob